La maggior parte dei terapisti hanno in comune un problema legato al proprio lavoro: alla fine della giornata lavorativa le mani e le spalle dell’operatore sono spesso dolenti e “consumate” dal lavoro.
Più si va vanti con l’età e più questo problema si affaccerà in modo continuativo e minatorio per la salute del terapeuta.
Da uno studio del Dipartimento di Prevenzione di un’Azienda sanitaria del Friuli Venezia Giulia del 2015, il 64,3 % dei fisioterapisti afferma che il distretto delle braccia è quello maggiormente colpito da malessere alla fine del turno di lavoro (anche se le assenze da lavoro per quel distretto del corpo sono solo del 12,5 per cento).
Sempre il 64,3 per cento dei fisioterapisti soffre o ha sofferto di patologie agli arti superiori, di cui il 28,6 a carico della spalla.
In letteratura scientifica pochi studi hanno valutato la frequenza dei disturbi muscoloscheletrici nella popolazione dei fisioterapisti.
Tuttavia nel 2009 viene pubblicato un studio condotto dal Dipartimento di Medicina Sperimentale ed Applicata – Sezione di Medicina del Lavoro ed Igiene Industriale – Università degli Studi di Brescia.
Questo articolo ha evidenziato nei Fisioterapisti un’elevata prevalenza di sintomi a carico del tratto lombare (70%) e degli arti superiori (36%) e relativamente alle patologie diagnosticate, i fisioterapisti hanno riferito una maggiore frequenza di discopatie lombari (20%), patologie della spalla (14%) e tendinopatie a carico della mano e del polso (10%).
Quindi, rispetto ai risultati sopra citati, si può dedurre che i disturbi a carico della colonna e degli arti superiori nel terapeuta, sono una conseguenza dell’attività lavorativa e le posture assunte durante il lavoro e il continuo “sfruttamento” degli arti superiori sono le cause principali delle problematiche future.
Nel campo riabilitativo ci sono sempre più strumenti che aiutano il terapeuta a gestire al meglio i carichi di lavoro, ma non tutti permettono di lavorare in modo efficace e non tutti riescono ad ottimizzare il tempo con gli stessi pazienti.
LA METODICA APA VIBROPERCUSSORIA permette al meglio di :
- Lavorare senza affaticare troppo le proprie mani;
- Sfruttare al meglio l’efficacia delle proprie mani, “alleggerendo” i tessuti dove viene esercitata la pressione;
- Ottimizzare il proprio tempo col paziente.
Tutto ciò è reso possibile dalle capacità che ha questo strumento; non di sostituire le mani del terapeuta, ma di aiutarle in molte situazioni in cui un tessuto necessita di essere “facilitato” e aiutato nella sua mobilità.
Durante l’atto terapeutico le mani svolgono una funzione primaria.
AIUTANDOLE CON L’AUSILIO DI UNO STRUMENTO EFFICACE SI RISPARMIA LA FATICA, IL TEMPO E SI PUÒ AUMENTARE L’EFFICACIA DELLE STESSE MANI.
METODICA APA VIBROPERCUSSORIA, LA NUOVA FRONTIERA DELLA SALUTE