Prendiamo spunto da due interessantissimi articoli presi da PubMed sull’ernia cervicale.

Ernia cervicale 01Le due pubblicazioni fanno entrambe capo alla rivista “JOURNAL OF MANIPULATIVE AND PHYSIOLOGICAL THERAPEUTICS” e sono state redatte nell’ottobre del 2013 e nel marzo del 2016.

I testi di riferimento sono:

1)

J Manipulative Physiol Ther. 2013 Oct;36(8):461-7. doi: 10.1016/j.jmpt.2013.07.002. Epub 2013 Aug 12.
Outcomes from magnetic resonance imaging-confirmed symptomatic cervical disk herniation patients treated with high-velocity, low-amplitude spinal manipulative therapy: a prospective cohort study with 3-month follow-up.
Peterson CK1, Schmid C, Leemann S, Anklin B, Humphreys BK.

PMID: 23948425 DOI: 10.1016/j.jmpt.2013.07.002

2)

J Manipulative Physiol Ther. 2016 Mar-Apr;39(3):210-7. doi: 10.1016/j.jmpt.2016.02.004. Epub 2016 Mar 31.
Symptomatic, Magnetic Resonance Imaging-Confirmed Cervical Disk Herniation Patients: A Comparative-Effectiveness Prospective Observational Study of 2 Age- and Sex-Matched Cohorts Treated With Either Imaging-Guided Indirect Cervical Nerve Root Injections or Spinal Manipulative Therapy.
Peterson CK1, Pfirrmann CW2, Hodler J3, Leemann S4, Schmid C4, Anklin B4, Humphreys BK5.

PMID: 27040033 DOI: 10.1016/j.jmpt.2016.02.004

Il primo articolo parla dell’analisi di 50 pazienti con ernia cervicale sintomatica, confermata da esame di RM, i quali hanno ricevuto un trattamento manipolato cervicale vertebrale a bassa ampiezza di movimento ed alta velocità di esecuzione, con un controllo programmato di 3 mesi.

I pazienti, prima di ricevere il trattamento, riportavano dolore e sintomatologie sensoriali / motorie lungo il decorso del nervo interessato dall’ernia discale.

Sono state riscontrate interessanti percentuali di beneficio che variavano da 2 settimane ad 1 mese e a 3 mesi, ovvero nei periodi dov’era concordato il controllo programmato.

Le variazioni di miglioramento cambiavano dal 55,3%, al 76,2%, fino ad arrivare all’85,7% in base al periodo di riferimento per controllo.

Il secondo articolo riporta lo studio di 104 pazienti anch’essi affetti da patologia di ernia discale sintomatica, confermata da esame di RM.

Ernia cervicale 02I pazienti sono stati divisi in 2 gruppi da 52 persone ciascuno, che hanno ricevuto trattamenti diversi.

Un trattamento era basato sulla manipolazione cervicale vertebrale, anch’esso a bassa ampiezza di movimento ed alta velocità di esecuzione, mentre l’altro approccio terapeutico vedeva la somministrazione di farmaci antinfiammatori steroidei e anestetici, con infiltrazioni tc guidate sulla radice del nero spinale interessato.

Ernia cervicale 03I dati dei cambiamenti sintomatici e delle condizioni di salute sono stati nuovamente raccolti dopo 3 mesi.

Il miglioramento delle condizioni del paziente riportato dal trattamento manipolativo era riscontrato nell’86,5% dei pazienti, mentre quello ottenuto dai pazienti trattati con somministrazione farmacologica locale diretta era del 49%.

Le percentuali variano ancora se ulteriormente divisi in pazienti subacuti / cronici.

La conclusione del secondo articolo porta a dire che i pazienti sbucauti / cronici trattati con la manipolazione cervicale vertebrale, avevano delle probabilità più ampie di riferire miglioramenti rispetto a chi aveva ricevuto il trattamento farmacologico.

Non c’era differenza alcuna nei risultati quando si confrontavano solamente i pazienti acuti.

Prendiamo spunto da questi due interessantissimi articoli per elaborare una riflessione sulla gestione delle ernie discali.

La farmacologia ha la sua importanza e non la si discute, permette di approcciare la patologia vertebrale utilizzando varie procedure chimiche, che possono aiutare a risollevare il paziente rompendo il ciclo di dolore e infiammazione scatenata dall’ernia sulla radice nervosa, risollevandolo dallo stato di inabilità.

Ernia cervicale 04Ci piace però ancor di più pensare che il ricondizionamento vertebrale, che sia di tipo manipolato vertebrale, ma anche di altro genere, con lavori muscolari, legamentosi, posturali, fasciali, mirati a riportare mobilità alla vertebra nello specifico, al funzionamento del disco intervertebrale che deve potersi muovere e adattare alla meccanica vertebrale, al segmento vertebrale di cui ne fa parte, all’armonia della curva cervicale nel complesso della postura del paziente, possa dare dei risultati a lungo termine sicuramente più statili rispetto ad una cura farmacologica somministrata in acuto.

E’ importante che la vertebra sia in grado di avere una biomeccanica corretta rispetto alla sottostante di appoggio e a quella superiore con cui si articola.

Gli uncus devono potersi muovere in armonia rispetto al movimento di flesso-estensione e di inclinazione laterale, in maniera da non dare sovraccarico eccessivo al disco intervertebrale.

Le faccette articolari devono poter ruotare correttamente e supportare il movimento di flesso estensione in maniera da non esercitare trazioni eccessive sul disco intervertebrale, evitando che l’anulus fibroso possa andare incontro a fissurazioni.

I forami di coniugazione devono potersi aprire e chiudere senza rimanere incarcerati tra una faccetta articolare e l’altra, in maniera da lasciare la radice nervosa e il nervo periferico, liberi di poter scorrere correttamente, senza creare fenomeni irritativi al nervo stesso.

Ernia cervicale 05La terapia farmacologica da un beneficio immediato ma non risolve la problematica di disequilibrio del sistema muscolo-scheletrico che l’ha generata.

Il trattamento fisioterapico, mirato a ricercare la disfunzione vertebrale, a correggerla e a reinquadrare il soggetto nell’ambito della globalità di funzionamento, si dimostra vincente e più statile nel tempo.

La capacità di autoregolazione del corpo umano è di primaria importanza e la fisioterapia è in grado di rilanciare il funzionamento dell’organismo, se ricondizionato nelle corrette abilità tanto a livello segmentale, quanto a livello generale.

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