Il dolore è sicuramente il motivo per cui il paziente si rivolge alle nostre cure.
Il nostro obiettivo, essendo professionisti della salute, è quello di alleviare il dolore stesso.
Questo processo deve necessariamente avvenire attraverso l’interpretazione di quello che ci troviamo di fronte, mi riferisco non solo ai sintomi ma a tutti quegli elementi che partecipano alla percezione del dolore da parte del paziente e la condizionano.
Facilitare il paziente nel descrivere il dolore che prova facilita la nostra comprensione delle sue esigenze, inoltre ci permette di renderlo partecipe del processo di recupero, aumentando la sua conoscenza rispetto alla sua patologia.
Non è mia intenzione descrivere le condizioni fisiologiche/fisiopatologiche che generano il dolore, men che meno i processi che ci sono a monte. In letteratura ci sono riferimenti molto più autorevoli da consultare.
Queste poche righe più che aiutare il professionista, possono essere utili per i pazienti affinché abbiano più coscienza del sintomo per il quale cercano una soluzione, in modo che indirettamente sia utile per noi professionisti la gestione del piano terapeutico.
Le fonti possibili di dolore possono essere le più svariate. Più complicato se ci troviamo di fronte a delle sindromi, quindi con un corredo sintomatologico più ampio e disparato.
Il dolore è una “complessa esperienza sensoriale” percepita come spiacevole, la sua complessità scatena nel paziente una serie di reazione che la fanno diventare la “percezione” di una “emozione”.
Per orientarci iniziamo con capire di che tipologia è il dolore.
Dolore muscolare
Il dolore muscolare può avere diverse cause in base al comportamento del muscolo in quel momento o ad un eventuale trauma diretto o indiretto.
Ha come caratteristica quella di insorgere quando si chiede al muscolo di svolgere la sua funzione, cioè contrarsi per creare movimento, con le dovute eccezioni. Escludiamo in questa descrizione le lesioni muscolari che hanno una clinica precisa e vengono diagnosticate spesso con esami diagnostici.
I muscoli possono generare dolore perché aumentano il loro stato di contrazione basale a causa di sovraccarico funzionale.
Il sovraccarico non sempre è il carico eccessivo sollevato per una volta, in questo caso parleremo di spasmo muscolare che è di carattere più acuto e improvviso, ma rappresenta anche la sollecitazione leggera (o leggerissima) a cui il soggetto è sottoposto ripetutamente.
Pensiamo per esempio alle posizioni lavorative, in questo caso parleremo di muscolo teso, il dolore è meno acuto ma più presente e più cronico.
Sui ventri muscolari spesso si generano zone circoscritte di dolore puntiforme con la formazione dei così detti tender points, diversi per definizione dai trigger points, che sono altrettanto circoscritti ma se stimolati irradiano il dolore a distanza attraverso il tessuto mio-fasciale.
Il dolore muscolare che invece passa con il movimento, e un dolore da insufficienza del tessuto muscolare (caratteristico per esempio negli anziani), in questo caso l’attività fisica ed il movimento stesso sono necessari.
Dolore articolare
Il dolore causato da problemi articolari ha la caratteristica di migliorare al riposo e di aumentare con l’attività (sollecitazione dell’articolazione coinvolta). Ha insorgenza improvvisa ed è ben localizzabile, non da rigidità nei movimenti.
Dato che il dolore articolare può essere causato da patologie sistemiche bisogna stare sempre attenti alle sue caratteristiche. Se colpisce una o più articolazioni (di solito bilaterali e contemporaneamente) e se c’è presenza di alterazioni anatomiche articolari si può pensare a patologie reumatiche e/o infiammatorie acute. Alcuni tumori possono dare un forte dolore articolare notturno.
Dolore irradiato
È un dolore che si irradia, quindi si sposta, su un territorio diffuso e a volte distate dal punto di origine del dolore stesso. In questo caso la risposta al riposo o al movimento può essere variabile rispetto al tessuto o organo coinvolto.
Irradiazione neurologica segmentaria: il dolore si diffonde sul territori ben definiti di competenza dei nervi periferici. Può essere coinvolta la radice del nervo all’uscita dalla colonna vertebrale, definito dolore radicolare che si diffonde su tutto il territorio del nervo stesso. Se invece il nervo è coinvolto nel suo percorso avremo un dolore tronculare, e si irradia dal punto implicato verso la periferia.
Irradiazione neurologica non segmentaria: il dolore si diffonde attraverso il sistema nervoso ma nella sua parte autonoma, detta sistema nervoso neurovegetativo. Per caratteristiche anatomiche e fisiologiche questo sistema è intimamente coinvolto con la colonna vertebrale e veicola il messaggio doloroso che proviene per esempio dai visceri. L’irradiazione del dolore viscerale segue delle direzioni ben definite sui tessuti e genera il dolore riferito, che meriterebbe una descrizione a parte per la sua importanza e complessità.
Questo mio articolo non pretende di essere esaustivo data a complessità dell’argomento, vuole essere semplicemente un richiamo a delle nozioni elementari che possono essere di grande aiuto soprattutto per i pazienti.
In queste righe vorrei invece parlare di terminologia del dolore, quindi andremo a definire meglio (e a dare un nome) alla sensazione che avverte il paziente e per la quale si rivolge noi.
Allodinia
Percezione di dolore rispetto ad uno stimolo che di solito non è nocicettivo (quindi non provoca dolore).
È una “falsa” percezione da parte del paziente in situazioni in cui non c’è motivo che possa giustificare lo stimolo doloroso (danno tessutale, infiammazioni, presenza di stati patologici ecc. ecc.).
Analgesia
Assenza completa di dolore nonostante vi sia uno stimolo che certamente può causarlo.
Anestesia
Mancanza di sensibilità, ovvero non c’è percezione rispetto a stimoli come calore, tatto ecc.
Ovviamente anche la percezione del dolore è assente. In alcuni casi l’anestesia può provocare dolore, di solito riferito solo a zone circoscritte.
Dolore non nocicettivo
Caratterizzato dall’assenza di eccitazione dei nocicettori, situazione comune ai dolori di origine psichica.
Dolore disnocicettivo
Caratterizzato dall’assenza della zona anatomica che può generare dolore.
È il dolore causato dall’amputazione di un arto, in cui non è presente perifericamente il recettore del dolore ma il messaggio comunque viaggia sulle vie neuronali e viene elaborato dai centri nervosi.
È il dolore che si manifesta nella così detta “sindrome dell’arto fantasma”.
Dolore in sede di elezione
È il dolore irradiato dai visceri su determinate zone anatomiche superficiali (zone cutanee).
Dolore in sede epicritica
Dolore viscerale riferito sulla zona del viscere implicato o al massimo sulle zone subito adiacenti.
Parestesia
È il fastidio riferito sulla zona di competenza di un nervo periferico. Descritta come formicolio, scosse elettriche, punture di spillo o torpore da parte del paziente, mai dolorosa.
Disestesia
Fastidio, raramente dolore vero, ma percepito dal paziente come strano, anomalo, difficile da descrivere, mai percepito prima, esula dalle definizioni date per le parestesie.
Ipoalgesia
Risposta diminuita ad uno stimolo doloroso, sono i pazienti che hanno veramente la soglia del dolore più alta.
Iperalgesia
Percezione di dolore importante rispetto ad uno stimolo doloroso normale.
Allochiaria
Percezione del dolore sia su una zona coerente (dove è normale percepirlo) sia su zone dove non si dovrebbe percepire.
APA INSTITUE nei suoi corsi di terapia manuale, porterà una programmazione di insegnamento della valutazione clinica, dei test associati, della visualizzazione, tramite indagini di diagnostica per immagini, degli elementi anatomici che possono alterare la fisiologia dello stretto toracico superiore.
APA INSTITUTE mirerà nel corso di formazione in terapia manuale, a stabilire dei percorsi terapeutici efficaci e precisi, per ridurre gli effetti della sindrome e del dolore derivante in maniera veloce e stabile.
APA INSTITUTE propone una serie di tecniche, strutturali manipolative, miotensive, fasciali, funzionali, drenanti, per mettere a disposizione il più ampio corredo di strumenti manuali da poter scegliere e meglio adattare, nella cura dei pazienti che si rivolgono a noi professionisti sanitari.
I corsi di terapia manuale APA INSTITUTE formano il professionista sanitario in maniera da poter acquistare sicurezza e valore nella scelta del percorso terapeutico da seguire, per la cura appropriata e mirata verso ogni singolo paziente.
APA INSTITUTE: PER LA SALUTE DEI NOSTRI PAZIENTI, PER LA CRESCITA DELLA NOSTRA PROFESSIONE.
Visto su: andrealostocco.it
Fonte: International Association For Study Of Pain
[/av_textblock]
[av_hr class=’default’ height=’50’ shadow=’no-shadow’ position=’center’ custom_border=’av-border-thin’ custom_width=’50px’ custom_border_color=” custom_margin_top=’30px’ custom_margin_bottom=’30px’ icon_select=’yes’ custom_icon_color=” icon=’ue808′ av-desktop-hide=” av-medium-hide=” av-small-hide=” av-mini-hide=” av_uid=”]
[av_postcontent link=’page,173′ av_uid=’av-k8lagqa8′]
[av_hr class=’default’ height=’50’ shadow=’no-shadow’ position=’center’ custom_border=’av-border-thin’ custom_width=’50px’ custom_border_color=” custom_margin_top=’30px’ custom_margin_bottom=’30px’ icon_select=’yes’ custom_icon_color=” icon=’ue808′ av-desktop-hide=” av-medium-hide=” av-small-hide=” av-mini-hide=” av_uid=”]