La coccigodinia è una problematica dolorosa che colpisce la zona del coccige e può irradiarsi anche nella parte bassa del bacino.

Il coccige

Il coccige è un osso che si trova all’estremità della colonna, sotto l’osso sacro, ed è formato dall’unione di 3-4 piccole ossa, il cui apice appuntito è rivolto e curvato verso l’avanti.

Al livello coccigeo si agganciano numerosi legamenti, fasce e muscoli del pavimento pelvico e intorno alla sua articolazione passa il plesso pudendo (un ramo di fasci nervosi) con il sistema nervoso simpatico. Queste correlazioni anatomiche fanno si che questa zona, se sottoposta a stress meccanici o usuranti, possa infiammarsi e irradiarsi su tutto il bacino.

Cause del dolore

La maggior parte delle coccigodinie viene per cause traumatiche ( circa il 70% dei casi), spesso in seguito ad una forte caduta sul sedere.

Solitamente dopo l’accaduto ci sarà una contusione, ma se il trauma è stato violento può esserci anche una lussazione o una frattura. In questi casi il dolore può durare anche anni, innescando una instabilità e un’infiammazione cronica che durerà per molto tempo.

Nei casi più fortunati invece il dolore può durare da pochi giorni a 2 settimane.

Un’altra situazione in cui può esserci la coccigodinia è la gravidanza; dove il coccige diventa più flessibile ,per facilitare il parto , causando in alcuni casi un’eccessiva tensione fasciale e muscolare che si ripercuote su tutto il bacino.

Altre cause di coccigodinia sono :

  • l’eccessivo aumento o diminuzione di peso ;
  • lesioni da sforzo ripetitivo (come ad esempio il ciclismo o il canottaggio dove c’è un continuo sfregamento sotto il peso della colonna della zona del coccige);
  • artrosi importante
  • tumori
  • altre cause ( da squilibri della colonna vertebrale, in seguito a violenti colpi di frusta, psicosomatiche, situazioni congenite in cui il coccige è mal posizionato)

Sintomi

Oltre al dolore sul punto, le coccigodinie sono fastidiose anche nello svolgimento delle attività della vita quotidiana in quanto qualsiasi condizione che aumenta la pressione nella zona ( come il sedersi o l’andare in bagno) accentuerà la sintomatologia che si può irradiare anche nella zona pelvica. Rialzandosi o riducendo la pressione il sintomo andrà a diminuire.

Altri sintomi associati sono:

  • mal di schiena;
  • dolore prima e durante l’evacuazione,
  • accentuazione del dolore durante le mestruazioni nelle donne;
  • dolore irradiato sui glutei e sui fianchi.

Che fare?

Innanzitutto bisogna escludere che la coccigodinia derivi da una problematica legata all’osso e alla sua articolazione con il sacro. E’ consigliabile quindi una RX sia in posizione eretta che da seduti ( in quanto la lussazione risulta più evidente in flessione).

Una volta escluse fratture o lussazioni è utile anche una risonanza per vedere meglio i tessuti molli intorno all’osso.

La valutazione prevede la palpazione dei tessuti intorno al coccige per cercare le zone più dolenti; andando a testare anche la mobilità del coccige stesso e la tensione delle strutture fasciali e muscolari circostanti.

Generalmente il trattamento nella fase acuta prevede l’assunzione di farmaci antidolorifici e antinfiammatori e si cerca di evitare di sedersi su delle sedie rigide. Infatti si consiglia vivamente di utilizzare dei cuscini o ciambelle che evitano il contatto del coccige sulla sedia (anche dopo la fase acuta).

Passata la fase acuta , il trattamento manuale prevede una serie di tecniche che vanno a diminuire tutte quelle tensioni che si concentrano attorno al pavimento pelvico, e che vanno a recuperare quella mobilità delle strutture articolari collegate con muscoli e fasce al coccige ( ad esempio : sacro/iliaca; lombari e bacino). Utili anche gli esercizi di kegel per il recupero del tono muscolare del pavimento pelvico.

Oltre al trattamento manuale si può ricorrere anche ai mezzi fisici come il laser o l’ultrasuono che aiutano a togliere il dolore e l’infiammazione.

Se il dolore persiste e non migliora neanche dopo una serie di trattamenti , il medico allora  può consigliare anche l’utilizzo più elevato di farmaci antinfiammatori e miorilassanti.

Solo in pochissimi casi, come le fratture gravi con forte instabilità, il medico può ricorrere ad un intervento chirurgico chiamato coccigectomia , che prevede la rimozione della parte incriminata.

Fonte: pierpaolopogelli.it